90° anniversario della fine della prima guerra mondiale

Il 4 novembre 2008 è caduto il 90° anniversario della fine della “grande guerra”. Le autorità e rappresentanti delle Associazioni d’Arma di tutta Italia hanno onorato la memoria dei caduti con la solennità che l’evento meritava e la rigorosa visita ai monumenti che li ricordano. Anche noi da questo foglio informativo desideriamo unirci a quella celebrazione, anche perché il monumento cittadino ai Caduti è fisicamente nei confini della nostra parrocchia e la statua di Nostra Signora del S. Cuore venne incoronata per gratitudine e voto dei comaschi proprio all’indomani di questo immane conflitto.

Guerra mondiale, così vengono indicati i due laidi conflitti che scoppiarono nel 1914 e nel 1939 e che coinvolsero leprincipali potenze. Il conflitto del 1914-1918 fu la prima guerra “totale”, perché non impegnò solo gli eserciti, ma la vita intera degli Stati nei suoi vari aspetti: politici, sociali, economici e culturali. Fu guerra di massa, che si svolse in terra, in mare e, per la prima volta, in cielo, con l’impiego di armi mai prima usate (gas asfissianti, carri armati, sommergibili, aerei). Fu la prima e “grande guerra” combattuta fino all’esaurimento delle risorse dei belligeranti e si concluse con il crollo di quattro imperi, Austria-Ungheria, Germania, Russia, Turchia. Milioni di morti segnarono a fondo vincitori e vinti.

Non ci soffermiamo sullo sviluppo degli eventi ma desideriamo richiamare l’attenzione di tutti sulla portata dei “sacrifici” a cui si sottoposero i nostri soldati. A ben vedere, dai nostri avi ci viene impartito un alto “messaggio spirituale”: essi ci spingono a coltivare una “cultura” della solidarietà, ad uscire da noi stessi, da egoismi personali o di gruppo, per promuovere il bene comune. E questo loro messaggio funge da “coscienza critica” nella società odierna, forse troppo ripiegata su se stessa.

“Inutile strage”, fu definita la prima guerra mondiale dal papa Bendetto XV, e ogni guerra “avventura senza ritorno” dal papa Giovanni Paolo II. E proprio facendo memoria del passato i Pontefici hanno in tutti i modi cercato e continuano, purtroppo spesso invano, a convincere i “potenti” della terra sull’inutilità di qualsiasi guerra. Ma noi oggi siamo ancora capaci di intelligente memoria?

Raffaele Costanza

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