Nonostante la crisi che ha investito il mondo occidentale nel corso del 2009, crisi che non ha risparmiato certo il nostro Paese ed il nostro territorio, l’avvicinarsi del S. Natale significa principalmente vetrine addobbate, sfavillio di luci, pubblicità di prodotti da acquistare e offerte varie, insomma le solite cose di sempre; la principale preoccupazione è di fare in modo che le famiglie continuino a comprare e a consumare.
Sta a noi non diventare troppo permeabili a questa filosofia mercantilistica e porci nella condizione di vivere l’Avvento come tempo di “vigile attesa, di gioiosa speranza e di preghiera” per preparare il nostro cuore ad accogliere Gesù.
Ispirandoci ai valori in cui crediamo, alla missione e agli obiettivi che ci siamo posti, come gruppo famiglie abbiamo ritenuto opportuno vivere questo periodo di attesa aprendoci verso la comunità, verso il prossimo e ponendo l’accento sulla solidarietà e sul dono, partecipando attivamente ad alcune iniziative della San Vincenzo, oltre a prendere parte, nella giornata di sabato 28 novembre, alla “colletta alimentare”. In questo modo abbiamo coinvolto anche i nostri figli, almeno i più grandicelli, per far comprendere loro come è bello e gratificante donare un po’ del proprio tempo agli altri; abbiamo voluto mettere in luce i cosiddetti “beni intangibili” che non possono essere commercializzati, come un sorriso, una carezza, un abbraccio e tutto ciò che riguarda il mondo delle relazioni, che ci legano sia con chi ci sta accanto tutti i giorni -e magari non ce ne accorgiamo nemmeno-, presi dalla frenesia e dalla quotidianità, sia con quel prossimo che incrociamo sul nostro cammino, sia con il Signore Gesù che ogni anno nasce in mezzo a noi nella rappresentazione del Presepe.
Apriamo il nostro cuore a questo Bambino; diamogli come dono la cosa più preziosa che possediamo, il nostro tempo.
Parliamo della sua nascita nelle nostre conversazioni quotidiane, con le persone che ci circondano.
È giusto parlare in famiglia di questa crisi economica che ha risvegliato in noi una certa insicurezza, ma che il nostro agire doni agli altri la speranza e la gioia della venuta del Figlio di Dio. Come famiglia, presi dallo studio, dal lavoro, dalla gestione quotidiana della cura della casa, troveremo insieme il modo di donare gratuitamente ed imparare l’umiltà del ricevere.
Il gruppo famiglie